Chi mi ama mi segua!
A Pasqua invece di colombe e cuccioli di pecora, ce ne andiamo a gustare i sapori delle strade di Palermo… Potete considerarlo turismo sessuale a tutti gli effetti! Questa guida allo street food palermitano contiene informazioni forse scontate ma sempre utili, un po’ come i flyer di prevenzione alle street parade: ‘Regola numero uno, ricordatevi di bere acqua!’
Allora pronti?? Partenza… Vucciria!
Ammettiamolo, neanche a Berlino capita di ballare in piazza con i bassi sparati mentre di fianco ti preparano il purpu vugghiutu fino a notte fonda. E’ evidente che i siciliani sanno godersi la vita, non si spiegherebbe altrimenti una pasticceria così lussuriosa. A voi cosa viene in mente quando leccate la ricotta dei cannoli? O quando addentate la ciliegia candita al centro delle cassatine -piccole sì, ma ben fatte! Poi se non vi è ancora capitato, dovete assolutamente provare l’iris al forno.
E passiamo al salato. Nei mercati del Capo o di Ballarò potete fare il pieno di bontà e di bellezza -e potete anche farvi prendere per il culo (come in tutti i mercati del mondo) ma quello sta a voi! Allora cosa ci mangiamo? Panino con la milza, stigghiola, sfincione, la combo crocchè&panelle… e non dimentichiamo le arancine. Mi raccomando, a Palermo si chiamano arancine e la sottoscritta è per l’esportazione della versione femminile su scala mondiale. Poi ognuno ha i suoi gusti, ma anche qui attenti allo slang: dicesi ‘’carne” quella col ragù e “burro” quella con cotto e formaggio. Sono queste le originali old school!
Dopo qualche bicchiere di Sangue che con la Pasqua ci sta più che bene, ci addentriamo nel Borgo Vecchio, quartiere popolare che non gode certo di ottima fama… ragione in più per conoscerlo meglio! Proprio tra queste viuzze a due passi dal porto, vi imbatterete in grandi animali visionari e perturbanti umanoidi, al di fuori di ogni logica e simmetria. Sono il risultato di un laboratorio di street art per i bambini, che guidati da Ema Jons hanno disegnato i muri del loro quartiere. E si sa, i bambini sono un pò folli.
Se dopo tutto questo street food temete un’indigestione pasquale, niente paura: a Palermo c’è Santa Rosalia che vi salva praticamente da tutto. E lo fa con tanto stile: sappiate che la ‘Santuzza‘ portava le rose tra i capelli molto prima di Frida Kahlo (e di sicuro ha collezionato più ex voto, tiè). L’immagine qui sopra e’ l’interpretazione di un writer che ho scovato ai cantieri culturali alla Zisa, altro posto di Palermo che merita una visitina se siete amanti dell’archeologia industriale.
Ora che il tour mangereccio è finito, è bene che lo sappiate: vi siete fatti guidare da una allergica al glutine! E siccome ci tengo a sfatare il cliché del ‘povero celiaco’ che non mangia nulla per strada, vi saluto con un semplice esercizio tratto dalla mia personale Guida di Sopravvivenza Urbana Glutenfree. Provate anche voi da casa!
Fai gli occhioni da gatto con gli stivali, arriccia il labbro inferiore e con vocina da orfanella ottocentesca ripeti: ‘… è che sono venuta apposta da Firenze e non ho mai provato le panelle in vita mia, non è che me le potresti friggere in un pentolino d’olio a parte per piacere?” Inclina la testa di lato, sorridi fino a 3.