By Claire On

In ARTE

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Non so che idea vi siete fatti finora della serigrafia, ma direi che questo è il posto giusto per metterla in squadro.

Squadro è una stamperia d’arte attiva dal ‘95 nel centro di Bologna. Non solo. È un laboratorio aperto che collabora con artisti di fama internazionale, un luogo di sperimentazione ed esposizione che ruota attorno alla serigrafia.

Se ci pensate la serigrafia è stata spesso vittima di discriminazione. Tra le arti grafiche come la xilografia, l’incisione o la litografia, la pratica serigrafica viene considerata la meno “artigianale”, alla stregua di una tecnica produttiva industriale. Ma basta una visitina da Squadro per sfatare questo pregiudizio.

Esiste una realtà come la vostra in Italia ? Cosa vi distingue ?

Ennio: Ci sono altre stamperie d’arte interessanti ma direi che nessuna è equiparabile alla nostra, perché noi lavoriamo principalmente con il fumetto e l’illustrazione, mentre in genere le stamperie d’arte si rivolgono all’arte contemporanea.

Come funziona Squadro?

Paolino: Squadro unisce tre progetti: una stamperia per conto terzi, un luogo di autoproduzione e una galleria sui generis. Non ospitiamo delle mostre ma esponiamo solo i lavori realizzati qui insieme agli artisti.

Nella realizzazione di una stampa, quanto decide l’artista e quanto voi?

Ennio: L’artista normalmente non è un serigrafo, quindi ragiona in termini di pittura, disegno. Il suo gesto pittorico può tradursi in serigrafia mediante diversi passaggi ed espedienti, e capita anche che in corso d’opera l’autore valuti delle modifiche nel disegno preparatorio.

Paolino: Ci sono artisti che vogliono un risultato pedissequo e altri che ci lasciano sperimentare di più. In ogni caso la serigrafia non sarà mai una copia fotografica, ma un’interpretazione creativa dell’opera.

Vi confrontate con autori e stili molto diversi… Potete farci qualche esempio? E magari confessarci una delle sfide tecniche più ardue?

Ennio: Ogni lavoro richiede un approccio diverso, spesso da inventare, sperimentando nuovi materiali. Per esempio Stefano Ricci lavora più sulla materia e le sue opere mostrano segni secchi, grafici, materici. Toccafondo invece lavora sulla pennellata e la morbidezza del segno, e interviene con le pennellate anche sulla stampa…

Paolino: Sicuramente una bella sfida è stata il lavoro di Guerzoni, che utilizza pigmenti puri, strato su strato. Le sue tele sono tutte mosse, lavorate. L’idea era di riprodurre questo effetto su carta con un rilievo a secco.

E ce l’avete fatta ?

Ennio: Ce l’abbiamo fatta il giorno dell’inaugurazione!

Dalla produzione all’esposizione, anche il luogo è fondamentale. Parlateci dell’ambiente di Squadro.”

Paolino: Intanto abbiamo scelto di stare in vetrina per avere la massima trasparenza e apertura. Il passante può vederci dalla strada ed entrare mentre gli artisti lavorano. Ci piace che le persone non portino a casa solo un’opera ma l’esperienza della sua realizzazione. E ci piace anche utilizzare lo spazio espositivo in dialogo con la mostra.

Ennio: Per esempio in occasione della personale diEricailcane Potente di Fuoco. Volevamo far lavorare l’artista sul suo territorio, il muro, e abbiamo pensato al soffitto perché così l’opera poteva essere conservata. Mentre le pareti espositive sono state dipinte temporaneamente in occasione della mostra Così su due piedi[Stefano Ricci e Ericailcane]. La parete di fondo poi è rimasta, perché non ce la siamo sentiti di coprirla.

Per quanto riguarda il vostro settore, la qualità paga? Com’è la situazione italiana?

Ennio: La qualità paga senz’altro. Certo è più difficile in Italia perché le arti grafiche non godono ancora di un adeguato riconoscimento, ma noi lavoriamo anche all’estero, in particolare a Parigi e Bruxelles, e abbiamo scoperto da poco di avere successo a Berlino! Collaboriamo ogni anno con Bilbolbul proponendo autori che non hanno mai esposto in Italia. E siamo fortunati perché molti degli artisti sono nostri grandi amici prima che colleghi.

Paolino: Abbiamo scelto un posizionamento preciso (niente di commerciale, solo arte) e questa scelta ci ha premiato. Facciamo quello che amiamo fare, stando ai nostri tempi. Il rischio c’è sempre, ma di sicuro non ci sono rimpianti.

Ora scusate ma vi dobbiamo salutare perché qui c’è da fare un colore. Se volete venire a dare un’occhiata e sporcarvi un po’ le mani, vi aspettiamo a Bolo!

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